9. Differenti punti di vista

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Gatheka Sociale 9. Differenti punti di vista
di Hazrat Inayat Khan

Hazrat Inayat Khan offre una prospettiva per quanto riguarda un punto di vista prudente in relazione alle condizioni nel mondo, insegnando che quando lo spirito prudente penetra nel cuore che è consapevole di Dio, ha la capacità di ampliarlo e di tenere uniti i molti rami dell’umanità nell’ideale della fratellanza.
Ci sono due differenti punti di vista, in tutte le cose nel mondo, uno liberale e uno conservatore. E ognuno di questi punti di vista da a una persona un certo senso di soddisfazione perché in entrambi c’è una certa dose di virtù. Quando qualcuno prende in considerazione la sua famiglia da un punto di vista conservatore, diventa consapevole della fierezza famigliare ed agisce in ogni situazione in modo da mantenere vivo l’onore e la dignità dei suoi antenati. Segue la condotta cavalleresca dei suoi avi e considerando la famiglia da questo punto di vista difende e protegge coloro che fanno parte della sua famiglia, che ne siano o non ne siano degni. In tal modo aiuta a tenere viva la fiamma che è stata accesa forse per anni, tenendola in mano per tutta la vita come una torcia a guidare il suo cammino.
Quando consideriamo la nostra nazione da un punto di vista conservatore esso suscita in noi un sentimento di patriottismo che per il mondo moderno oggi è il sostituto della religione. Non c’è dubbio che cominciare a considerare la propria intera nazione come una famiglia sia una virtù. Si ha cura non soltanto dei propri figli ma anche dei bambini della nazione. L’uomo offre la sua vita quando si presenta l’occasione di difendere la sua nazione, la dignità, l’onore, la libertà del suo popolo.
Lo spirito conservatore è uno spirito individualistico, che è il tema centrale dell’intera creazione. E’ questo spirito che ha funto da sole, proprio per questo è la luce onnipervasiva ed è il potere di questo spirito che operando nella natura tiene uniti molti rami, un tronco e numerose foglie tutti insieme su un unico ramo. Ed è ancora questo spirito che operando nel corpo dell’uomo tiene insieme le sue mani e i suoi piedi, rendendolo in tal modo un’entità individuale.
Ma in questo spirito c’è sempre il pericolo che, se cresce, produca una congestione. Quando c’è troppo orgoglio famigliare l’uomo vive soltanto nel suo orgoglio, dimenticando il suo dovere verso l’umanità e non riconoscendo nulla che lo unisca agli altri al di là della cerchia limitata dei suoi famigliari. Quando questa congestione si produce in una nazione ne consegue tutta una serie di disastri come guerre e rivoluzioni accompagnate da violenza e distruzione. L’incubo che l’umanità ha recentemente vissuto è stato la conseguenza della congestione del mondo prodotta da un eccesso di questo stesso spirito.

Ciò dimostra che non è vero che la virtù sia una cosa e il peccato un’altra. E’ la stessa cosa che una volta era
una virtù, che diventa peccato. Virtù o peccato non sono un’azione, sono la condizione, l’atteggiamento che spinge qualcuno ad una certa azione ed è la conseguenza di un’azione che la rende un peccato o una virtù.


La vita è movimento, la morte è l’arrestarsi del movimento; la congestione ferma, la circolazione muove. Lo spirito conservatore è utile fintanto che si muove, in altre parole quando amplia se stesso. Se una persona che in passato è stata orgogliosa della sua famiglia, dopo aver compiuto il suo dovere verso la sua gente, compie il passo successivo di aiutare i suoi concittadini, e poi il terzo passo di difendere la sua nazione, sta andando avanti. Il suo orgoglio famigliare, il suo patriottismo, è senza dubbio una virtù, perché la porta da una cosa ad un’altra che è migliore di quella precedente.

La congestione arriva quando una persona è radicata al suo interesse personale. Se la propria famiglia rende una persona così assorbita nel suo orgoglio e nei propri interessi che nessun altro esiste al mondo per lui tranne i suoi cari, o quando una persona pensa solo al suo popolo e non si interessa a nient’altro, gli altri non esistono per lui, in quel caso il suo patriottismo diventa un velo sui suoi occhi, rendendolo cieco al punto che non è in grado di servire gli altri e neppure i suoi famigliari. Nell’egoismo c’è un’illusione di profitto, ma alla fine il profitto raggiunto con l’egoismo dimostra di essere senza valore. La vita è la cosa più importante da tenere in considerazione e la vera vita è la vita interiore, la realizzazione di Dio, la consapevolezza del proprio spirito. Quando il cuore umano diventa consapevole di Dio diventa un mare e diffonde, estende le onde del suo amore all’amico e al nemico, ed espandendosi sempre più lontano, raggiunge la perfezione.

Il Messaggio Sufi non è necessariamente un messaggio pacifista, non insegna a fare la pace sempre ad ogni costo, non condanna l’orgoglio famigliare o il patriottismo, non predica neppure contro la guerra.

Il Messaggio vuole rendere l’uomo consapevole delle parole della Bibbia in cui si dice: noi viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro essere in Dio, realizzare questo e riconoscere la fratellanza dell’umanità nella realizzazione di Dio. Le naturali conseguenze di questo porteranno allo spirito di fratellanza e di uguaglianza e porteranno a preparare la democrazia esteriore e l’aristocrazia interiore che è insita nella nobiltà dell’anima, in cui la perfezione è nascosta sotto la supremazia di Dio.