12. La Ricostruzione del Mondo (2) - Parte I

Prayers in ItalianHazrat Inayat Khan Study Circle in ItalianBrotherhood/Sisterhood Activity

Amati Fratelli e Sorelle,

Cosa è necessario per la ricostruzione di una condizione malsana nel mondo?
Hazrat Inayat Khan ci incoraggia: “A comprendere questa religione delle religioni e questa filosofia delle filosofie, che è consapevolezza di sé. Non comprenderemo la vita esteriore se non comprendiamo noi stessi”. Possa questo insegnamento e le sue parole dalla preghiera “Khatum” portarci verso una comprensione più grande.

“Rivelaci la Tua Luce Divina
Che è celata nella nostra anima
Affinché possiamo conoscere e capire meglio la Vita”


Con affettuosi saluti e preghiere per un mondo illuminato

I Nostri Lavoratori


Gatheka Sociale n. 12 – Parte 1. La Ricostruzione del Mondo (2)

Consideriamo ora la questione da un punto di vista filosofico. Cos’è la costruzione, cos’è la ricostruzione? Una costruzione è ciò che è già stato fatto. Un bambino nato è una costruzione. Ma dopo un disturbo nella salute o nella mente, giunge ancora una necessità di ricostruzione. Nella lingua inglese c’è un’espressione: “rimettersi in sesto.”

La ricostruzione del mondo oggi significa per il mondo rimettersi in sesto. L’educazione, la politica, la situazione sociale, la situazione finanziaria, la religione, tutte queste cose che hanno creato la civilizzazione, sembrano disperse e per riunire queste cose ci deve essere un segreto della vita da studiare. Qual è il segreto del potere di guarigione? Il segreto consiste nel rendere se stessi abbastanza forti da rimettersi in sesto. E questo è il segreto della vita del mistico. Il mondo ha perso la sua salute, e se si può immaginare il mondo come un individuo, si può capire che cos’è perdere la propria salute. E’ proprio come una malattia nella vita individuale. E dato che per ogni malattia c’è una medicina, così per ogni dissesto c’è una ricostruzione.

Ma ora la gente ha idee diverse. C’è il pessimista che dice: “Bene, se il mondo è arrivato a questo grado di distruzione, chi può aiutarlo, come lo si può aiutare?”. E’ come una persona ammalata che dice: “Bene, sono stata molto ammalata, ho sofferto moltissimo, non importa. Come posso stare bene ora? Ormai è troppo tardi”. In questo modo conserva la sua malattia, la trattiene, la nutre, sebbene non le piaccia. E poi c’è una strana persona che è davvero molto stupita di vedere il giornale e di vedere che questa moneta è salita e quella moneta è scesa, e di vedere che esiste la probabilità di una guerra, che potrebbe esserci un'altra guerra, ed agiterà i suoi amici riguardo a ciò.

Poi c’è un’altra persona che dice: “ Si devono formare dei comitati, devono esserci delle associazioni, alleanze, si devono organizzare congressi, dobbiamo fare qualcosa di preciso.” E così ora ci sono moltissime associazioni e vengono organizzati congressi e discutono, e moltissimi incontri, e moltissimi dibattiti. Ma sembra non esserci una fine alle discussioni e ai dibattiti per trovare metodi e modi con cui la situazione deve essere migliorata.

Non intendo dire che qualunque sforzo in qualsiasi forma fatto in direzione della ricostruzione e di un miglioramento delle condizioni non sia meritevole d’esser fatto, per quanto piccolo sia. Ma la cosa più importante che dobbiamo comprendere è questa religione delle religioni e questa filosofia delle filosofie, che è la consapevolezza di sé. Non comprenderemo la vita esteriore se non comprendiamo noi stessi. E’ la conoscenza di sé che da’ la conoscenza del mondo. Il politico, l’uomo di stato, per quanto sia qualificato, discuterà delle cose per anni, non arriverà mai ad una conclusione soddisfacente finché non comprende la psicologia della vita e la psicologia della situazione.

E così l’educatore cercherà un nuovo piano e non giungerà mai ad una conclusione soddisfacente, finché non ha una conoscenza psicologica della vita, che gli insegnerà la psicologia della natura umana, in quale modo risolvere il problema.