14. Fratellanza/ Sorellanza (2), Parte I

Prayers in ItalianHazrat Inayat Khan Study Circle in ItalianBrotherhood/Sisterhood Activity

Amati Fratelli e Sorelle,

Nella conclusione della lezione precedente 13, Fratellanza/Sorellanza (1) Parte 2, Hazrat Inayat Khan dice: “Fratellanza significa perfetta amicizia”. Dal momento che ci offre un’idea di come possiamo mettere in pratica e vivere la fratellanza nella nostra relazione con gli altri, ci auguriamo di essere ispirati a una maggior comprensione, sentendo la compassione e l’ amore che nascono nella realizzazione della nostra umanità condivisa.

Elevaci al di sopra delle distinzioni e differenze che dividono gli uomini.
Mandaci la Pace del Tuo Spirito Divino,
e uniscici tutti nel Tuo Essere Perfetto.


-Dalla Preghiera Khatum di Hazrat Inayat Khan-

Con affettuosi saluti e preghiere per un mondo illuminato
I Nostri Lavoratori


Gatheka Sociale no. 14, Parte 1, Fratellanza/Sorellanza (2)

Ma veniamo ora a come possa essere vissuto questo semplice principio della fratellanza, a come possa essere messo in pratica. E’ molto difficile insegnare a qualcuno questo principio. Il miglior modo di insegnarlo è viverlo noi stessi. I genitori, sia il padre che la madre, mostrano ai loro figli, oltre all’amore paterno e alla tenerezza materna, questa fratellanza, questo sentimento di un fratello verso i suoi fratelli, in questo possono esprimere il meglio di sé ai loro figli, e in tal modo i figli sono in grado di esprimere il meglio di sé ai loro genitori. Un padre può essere molto gentile, una madre molto amorevole, ma purché lui o lei continuino a considerarsi come padre e madre; qualcosa di diverso dai figli: il figli cresceranno per amarli, ma non li considereranno mai come amici.

Cercheranno gli amici altrove, perché non c’è fratellanza. E quando arriviamo al maestro, un maestro può essere rispettato dai suoi allievi, può risvegliare una grande senso di dignità davanti ai suoi allievi, ma nello stesso tempo non può instaurare una comunicazione di ispirazione e d’amore, di solidarietà e comprensione fino a quando non ha messo in pratica coi suoi discepoli la maniera della fratellanza. Quando i soldati, milioni di loro, hanno dato la loro vita per grandi re e generali, non è stato per il generale ma per il fratello. Nessun re, nessun generale, nessun comandante, qualunque fosse il suo onore e la sua posizione, è stato in grado di conquistare i cuori di coloro che lo seguivano, mai.

Quando sentiamo parlare di grandi uomini, profeti, cercatori della verità, mistici, in che modo hanno trattato i loro allievi, i loro discepoli? E’ nota a tutti la storia di Gesù Cristo che invitò il pescatore a venire, sedersi e parlare con lui. Il Maestro non si sentì mai a suo agio quando lo chiamavano “l’eletto”. Diceva: “Non chiamatemi ‘l’eletto’. L’intero pensiero era: “Non consideratemi superiore a voi, io sono uno di voi”. Pensate poi all’immagine del Maestro che lava i piedi ai suoi discepoli. Cosa ci insegna? Ci insegna la fratellanza. Nessun miracolo, nessun potere straordinario, nessuna grande ispirazione, mistica o occulta, può eguagliare il prodigio di quell’umiltà, di quella fraternità, di quella fratellanza, con cui le grandi anime si sono unite a tutti.

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